Venerdì 27 Aprile 2012 – di Laura Onofri
Vanessa aveva vent’anni,
ieri girava la sua foto su Facebook, anche sul nostro profilo, perché i suoi genitori dal giorno precedente non avevano sue notizie.
Vanessa Scialfa aveva un ragazzo come quasi tutte le ventenni e con lui aveva litigato, come succede a tutte le ventenni, ma per questo è stata ammazzata e gettata da un ponte.
La sua morte è relegata come un fatto di cronaca in uno spazio angusto di qualche quotidiano.
E’ la cinquantaquattresima donna uccisa dall’inizio dell’anno.
E come tutte le altre cinquantatre morti chi ha ucciso è un uomo con cui queste donne avevano una relazione, un’amicizia, una parentela.
Non possiamo più tacere.
Questo a cui stiamo assistendo è il femminicidio: una donna uccisa in quanto donna.
Non è una società civile quella che accetta che ci sia violenza contro le donne e lo accetta perchè le ignora, le mette a tacere, le rende invisibili, le svalorizza, sminuisce la loro importanza, non le tutela non solo dalla violenza ma in ogni altro aspetto della loro vita.
Questo è il risultato di un Paese che non è per donne.