Domani – Daniela Preziosi* – 25 luglio 2021
C’è un conflitto fra scuole e culture, in parte anche fra generazioni diverse, di donne. Toni severi, quasi un congresso: intorno al ddl si certifica una frattura netta e ideologica.Fra accuse di transfobia e provocazioni: «E adesso arriva sul palco con le gemelle Kessler? Ma le donne non si sentono offese?». «Sembra di assistere a una gara a chi è più discriminata. C’è chi si sente minacciata dalle donne trans, come se potessero togliere alle “cis” visibilità e diritti»Un dialogo intrecciato con sette autorevoli esponenti, così vicine e così lontane: Alessandra Bocchetti, Fulvia Bandoli, Lea Melandri, Letizia Paolozzi, Laura Onofri, Marilena Grassadonia, Carlotta Cossutta.
«La legge Zan ha preso ai miei occhi una dimensione abnorme, drammatica, paradossale e con punte notevoli anche di ridicolo. Non sono pro Zan, non sono neanche contro per principio. Cambierei qualcosa. Sono più che altro scettica. Una legge non riesce a produrre cambiamenti. La legge Zan non salverà i gay o i trans dalla discriminazione, dalla derisione, dalla violenza. Lo può dire con certezza una donna.