In questa situazione drammatica in cui migliaia di bambine, ragazze, donne in Afghanistan sono vittime inermi di rappresaglia per il solo fatto di essere donne, le donne italiane non stanno a guardare. Vogliamo concretamente dare un supporto alle donne e alle loro famiglie che arriveranno dall’Afghanistan.Chiunque voglia e possa dia…
Archive: Agosto 2021
Noi Rete Donne scrive a Kamala Harris
Rome, 17th August 2021
Dear Ms. Vice President,
we would like to introduce ourselves: we are a network of Italian women who have been working for several years to promote the path towards gender equality in our country, with a particular emphasis on women’s rights in the work place and in the field of representation.
Noi Rete Donne Su Afghanistan
Continuano a moltiplicarsi appelli e lettere per la drammatica situazione, in particolare delle donne, in Afghanistan
Si registrano notizie su aggressioni e crimini ai danni delle Donne, la ricerca “casa per casa” in particolare di coloro che hanno collaborato con il contingente occidentale, il rapimento di donne nubili da destinare al matrimonio forzato con combattenti, un particolare accanimento nei confronti delle donne giornaliste. Preoccupa in particolare il destino delle donne che si sono impegnate in organizzazioni della società civile e che si sono impegnate sui temi della parità di genere, con il sostegno della cooperazione italiana.
Appello per l’Afghanistan
Come donne italiane che hanno a cuore e si battono per i diritti delle donne, siamo estremamente preoccupate per la minaccia che l’offensiva dei talebani, ampiamente prevedibile con il ritiro delle truppe americane e della NATO dall’Afghanistan, rappresenta per i diritti democratici della popolazione afgana ed in particolare i diritti…
Qualche consiglio di lettura per l’estate!
E come non potevamo non consigliare il libro che ripercorre i nostri primi 10 anni! Una Rete di fili colorati
Una rete di fili coloratiVoce narrante: Maria Antonietta MacciocuIntroduzione di Laura OnofriIllustrazioni di Albertina Bollati
L’avventura civile, culturale e umana di un gruppo di donne torinesi riunite in un movimento per contrastare la violenza contro le donne e gli stereotipi, promuovere la parità in ogni campo e la coscienza di sé senza pregiudizi verso gli uomini, sperando anzi nel loro coinvolgimento.
Tokyo 2020, il sessismo nello sport spiegato (anche) grazie a un paio di slip
Corriere della sera La 27 ora – 4 agosto 2021 – Elisa Messina
«Perché solo trafiletti sui nostri giornali dedicati alla tuta delle ginnaste tedesche? Quella scelta è una piccola rivoluzione». Osservava qualche giorno fa Alessandra De Stefano conduttrice del «Il circolo degli anelli», talk televisivo serale di Rai2 dedicato alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Già, perché? Nel rullo veloce della cronaca finiscono solo le notizie, più raramente la riflessione sui fatti e in questo caso la notizia era che le ginnaste tedesche avrebbero gareggiato a Tokyo 2020 con una tuta aderente fino alle caviglie anziché con il solito body. Le atlete hanno spiegato che la scelta è stata fatta «per mettere fine alla sessualizzazione della ginnastica».
Pochi giorni prima che si accendessero i riflettori sulle Olimpiadi di Tokyo si era parlato anche del caso della nazionale norvegese di Beach Handball (Beach Pallamano): durante i campionati europei le atlete si sono rifiutate di giocare con gli slip previsti dal regolamento (del quale da tempo si chiede la modifica), scegliendo di indossare un paio di calzoncini aderenti molto simili a quelli usati dai colleghi maschi. Sono state multate per la violazione ma il gesto di disobbedienza e lo scandalo della multa ha avuto risonanza mondiale. Era quello che volevano.
Torino: un giardino per omaggiare Lidia Poët, prima avvocata d’Italia
Corriere della sera – La 27 ora – 6 agosto 2021 – Laura Onofri
L’intitolazione a una donna di un giardino, di una strada o di una biblioteca può essere importante, come ci insegna Toponomastica femminile. A Torino lo si è fatto nei giardini davanti al Palazzo di Giustizia, intitolandoli a Lidia Poët, prima avvocata d’Italia, che ha lottato tutta la vita contro le leggi che non le permettevano di svolgere la professione perché donna, e che alla fine ha raggiunto il suo risultato. È importante conoscere questa storia e il cippo commemorativo, voluto fortemente da tutto il Consiglio dell’Ordine di Torino, presieduto da una donna, l’avvocata Simona Grabbi, ma reso possibile grazie alla determinazione di una sua consigliera, l’avvocata Assunta Confente e dall’Amministrazione della città e dal suo Consiglio, non è solo un ricordo dovuto ad una donna forte e volitiva che sfidò, alla fine del 1800, un mondo molto maschilista, ma un gesto simbolico importante che ricorda alle nuove generazioni da dove siamo partite e quanta strada è stata fatta con l’impegno e la determinazione di donne come Lidia Poët.