Cognome dei figli, ultima chiamata per la legge sulla libertà di scelta

Il Sole 24 ore – 9 novembre 2021 Marco Ludovico

La riforma del cognome non è un fatto burocratico. Sono in gioco la tutela dell’identità personale e l’attuazione del principio della pari dignità e dell’uguaglianza tra i sessi. Neanche cinque anni, però, sono bastati a Governo e Parlamento per dare seguito non a un impulso improvviso dettato dalla moda del momento, ma alla sentenza storica della Corte Costituzionale dell’8 novembre 2016. Quando la Consulta dichiarò illegittima l’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio.

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Reddito di libertà: come richiederlo, istruzioni Inps

LeggiOggi.it 8 novembre 2021 – Paolo Ballanti

Pubblicato in Gazzetta ufficiale del 20 luglio scorso il DPCM che istituisce il Reddito di libertà, un contributo di 400 euro mensili con lo scopo di favorire l’indipendenza economica e l’autonomia delle donne vittime di violenza in condizioni di povertà.

Il Decreto del presidente del consiglio dei ministri, datato 17 dicembre 2020, attua le misure previste dal D.l. “Rilancio” (Decreto legge n. 34/2020 convertito in Legge n. 77/2020), con cui sono stati riconosciuti tre milioni di euro di risorse aggiuntive a beneficio del “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”, nell’ambito del già attivo “Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità” creato presso la Presidenza del consiglio dei ministri.

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La coscienza collettiva e il niente del Senato

Il Manifesto 31 ottobre 2021 – Fabrizio Filice*

https://ilmanifesto.it/la-coscienza-collettiva-e-il-niente-del-senato/

Ddl Zan. Il movimento che si è creato in sostegno del progetto di legge ha dato vita a una vera epropria politica di riconoscimento: essenziale, come ci insegnava la luminosa Letizia Gianformaggio,per portare la differenza nell’uguaglianza e per realizzare la missione più alta che il diritto possaavere nella storia: far sentire la persona radicata in e per ciò che è, permetterle di essere sua esottrarla alla violenza che si alimenta solo dell’urgenza ontologica di distruggere

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La morte di una donna incinta rinnova la polemica sul divieto di aborto in Polonia

Politico 2 novembre 2021 DI ZOSIA WANAT E CARLO MARTUSCELLI

L’aborto è consentito nel Paese solo in caso di stupro o incesto, o se la vita della madre è in pericolo.

La morte di una donna incinta in Polonia ha scatenato nuove polemiche politiche mentre i gruppi per i diritti delle donne e i politici dell’opposizione puntano il dito contro il divieto quasi totale degli aborti nel paese. 

È passato un anno da quando il Tribunale costituzionale polacco ha stabilito che le donne possono interrompere la gravidanza solo in caso di stupro o incesto, o se la vita della donna è in pericolo. La sentenza esclude i difetti fetali, che rappresentano la stragrande maggioranza dei licenziamenti nel paese.

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La Cura

Saluteinternazionale.info – Benedetto Saraceno

La Cura è azione pratica e affettiva al tempo stesso. Questa doppia naturarichiede competenze pratiche e competenze affettive. Spesso i famigliarimancano delle prime e gli operatori sanitari delle seconde. La Cura è il nuovonome della pace.

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