Accesso all’aborto in Europa: fermare le molestie anti-choice

Riceviamo questa importante comunicazione dalla Rete EPF European Parliamentary Forum for Sexual & Reproductive Rights (EPF) , Rete con cui collaboriamo nelle azioni di advocacy

Cari colleghi,

vorremmo condividere la grande notizia che la scorsa settimana l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha adottato un’importante risoluzione dal titolo: Accesso all’aborto in Europa: fermare le molestie anti-choice. La sintesi può essere consultata qui e il testo della risoluzione qui.  La risoluzione è stata adottata all’unanimità, sulla base della relazione della senatrice Margreet de Boer (Paesi Bassi, SOC).

Questa risoluzione rappresenta un passo innovativo in cui un organo parlamentare europeo che riunisce 46 Stati europei esprime la propria preoccupazione per le molestie e le violenze perpetrate da attivisti anti-aborto nei confronti di persone che garantiscono l’accesso ad aborti liberi e sicuri. Tra le persone prese di mira ci sono i difensori dei diritti delle donne che si battono per il diritto all’aborto, gli operatori sanitari, i politici e le persone che chiedono di abortire.
L’Assemblea ha sottolineato che le molestie e le violenze stanno progressivamente erodendo il diritto all’aborto sancito dalla legislazione della maggior parte degli Stati membri e possono essere considerate “parte di un più ampio attacco ai diritti delle donne”.

Queste molestie possono manifestarsi in varie forme: stigmatizzazione delle persone che cercano di abortire, pressioni psicologiche all’interno o in prossimità delle strutture mediche; intimidazioni, insulti online e offline e molestie giudiziarie nei confronti di attivisti, movimenti e ONG pro-choice; minacce contro gli operatori sanitari e pressioni indebite sul posto di lavoro da parte di colleghi o superiori.

Nella sua risoluzione, l’APCE ha invitato gli Stati membri a garantire l’accesso effettivo all’aborto, laddove previsto dalla legislazione nazionale, e a garantire che qualsiasi ostacolo “sia proibito e sanzionato penalmente”, sottolineando che l’obiezione di coscienza non dovrebbe mai limitare l’accesso effettivo e tempestivo all’aborto.   L’APCE ha inoltre auspicato la creazione di “zone cuscinetto” in prossimità delle strutture sanitarie, in cui siano vietate tutte le proteste anti-choice.

L’Assemblea ha anche invitato gli Stati a fornire informazioni affidabili sull’assistenza all’aborto e a prendere misure per combattere la disinformazione sull’aborto, al fine di mettere tutte le donne in condizione di fare scelte informate.

Vi invitiamo a condividere il testo con i vostri decisori nazionali e con altre importanti parti interessate.