Ancora un attacco alla salute delle donne
Non siamo delle incubatrici!
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E’ di questi giorni la proposta di lasciare i reparti di ostetricia fuori dal Parco della Salute.
L’assessore Icardi dice: “stiamo preparando un disegno di legge. Nascerà un’azienda indipendente sul materno-infantile per la cura di mamma e bambino”.
Questa scelta significa non tenere in alcun conto la salute delle mamme
Oggi un numero sempre maggiore di gravidanze si verifica in donne che hanno patologie (cardiopatie, nefropatie, ecc.) o che le sviluppano nel corso della gravidanza, tanto che, in tutto il mondo occidentale, la mortalità e la grave morbosità materna sono in aumento.
Per far fronte a questa vera e propria emergenza è ampiamente riconosciuta la necessità di attivare un’assistenza multidisciplinare, per cui gli ostetrici lavorino in stretto e quotidiano contatto con gli altri specialisti (cardiologi, nefrologi, chirurghi, ematologi, ecc.) dell’adulto; mentre nell’ipotizzata “azienda materno-infantile per la cura di mamma e bambino” questi specialisti ci sarebbero sì, ma esperti nella cura dei bambini, non delle mamme.
Non si tratta poi soltanto di inadeguate risorse umane, ma anche del supporto tecnologico: in un grande ospedale pediatrico che ha tutte le specialità – come sarebbe ed è attualmente il Regina Margherita – la dotazione strumentale è all’avanguardia, e specificamente dedicata alla medicina dell’età pediatrica.
Ma i bambini non sono dei “piccoli adulti” e quindi la tecnologia disponibile sarà a misura di bambino, non a misura di donna.
E poiché sarebbe antieconomico acquisire soltanto per una specialità (l’ostetricia) gli strumenti che in un grande ospedale sono a disposizione di tutti certamente la futura “azienda per la cura di mamma e bambino” ne sarà priva.
A dimostrazione, ancora una volta, che la donna in gravidanza
viene considerata non una persona, ma un’incubatrice.
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