ArchitettA anche in Università
di RebelArchitette
L’università di Bologna, prima in Italia, adotta il femminile per i certificati di
abilitazione alla professione grazie alla richiesta congiunta di Valentina Lucich e
RebelArchitette.
L’Ufficio Esami di Stato dell’Università di Bologna, su proposta del CUG (il Comitato Unico di Garanzia per
le pari opportunità) coadiuvato dalla Delegata del Rettore a Equità, inclusione e diversità, prof.ssa Cristina
Demaria ha emesso per la prima volta il diploma di abilitazione alla professione con declinazione al
femminile Architetta. L’iniziativa è nata dalla richiesta puntuale di Valentina Lucich che, sostenuta
dall’associazione RebelArchitette ha sentito la necessità di ricevere un certificato declinato al suo genere.
Questo quanto comunicato ufficialmente durante l’evento: Dalle linee guida per la visibilità del genere
nella comunicazione istituzionale all’uso dei nomi professionali femminili, organizzato dall’Università di Bologna il 23 giugno alla presenza di un panel di esperte ed esperti: Roberta Bonfiglioli, Cinzia
Castelluccio, Giovanna Cosenza, Cristina Demaria, Chiara Elefante, Vera Gheno, Valentina Lucich, Laura
Onofri, Francesca Perani, Benedetta Siboni, Matteo Viale e Martina Vincier.
Il linguaggio di genere in architettura ha trovato molti ostacoli, RebelArchitette, associazione con base a
Bergamo e rete internazionale, dal 2017 lo sensibilizza e diffonde attraverso una serie di azioni che
pionieristicamente cambiano la percezione della professione al femminile in Italia: adozione del timbro
architetta, visibilizzazione dei modelli di ruolo ed empowerment.
È il 21 marzo 2017 quando Bergamo, è il primo Ordine degli Architetti ad adottare il timbro con la
declinazione al femminile: architettA. Una “A” posta sullo strumento identificativo delle progettiste. Per i
successivi 5 anni il collettivo di attiviste agisce a scala nazionale chiedendo ufficialmente a tutti i 106 Ordini Professionali Italiani di promuovere e adottare la stessa iniziativa, ritenendo l’applicazione del linguaggio declinato una tra le azioni fondamentali al raggiungimento di parità professionale. E’ così che ad oggi il 73% delle architette italiane puo’ optare per un timbro che risponda al proprio genere, 44 Ordini tra cui figurano quelli più numerosi, mentre solo 7 Ordini si sono dichiarati pubblicamente contrari all’iniziativa.
L’attività di RebelArchitette ha supportato anche richieste di utilizzo del timbro al femminile per le ingegnere e oggi sostiene il cambiamento dei certificati di abilitazione alla professione nelle Università rivolgendo la propria attenzione alle nuove generazioni di progettiste.
“Il risultato ottenuto a Bologna è frutto di alleanze nate in rete con la volontà di sostenere un panorama di uguaglianza, ad oggi sempre più necessario; ci auguriamo di aver aperto la strada a tutti gli atenei italiani”. dichiara l’architetta Valentina Lucich. “L’uso di un linguaggio declinato al femminile contribuisce non solo a far emergere dall’anonimato ma accresce la consapevolezza e autorevolezza del ruolo nella professione.
Siamo entusiaste che questo cambiamento stia avvenendo anche nelle università.” conclude Cinzia Bigoni,
architetta responsabile dell’iniziativa per il team RebelArchitette.