‘Usciamo dal silenzio, una storia di donne’, è l’ebook dedicato al percorso di Uds realizzato da Maria Grazia Gambardella sulle carte dell’archivio del movimento, riordinato e custodito dalla Fondazione Badaracco di studi e documentazione delle donne. Questo lavoro ricostruisce una storia di femminismo lunga 10 anni a partire dalla grande manifestazione milanese del 14 gennaio 2006 in difesa della legge 194 e della libertà femminile e contiene una postfazione a cura di quattro delle fondatrici di Uds che riannodano alcuni fili di pensiero tra ieri ed oggi.
Chi vuole scaricare gratuitamente l’ebook o acquistare una copia cartacea del libro lo può fare a questo link .
La copertina, è una rielaborazione di una fotografia di Isabella Balena che firma anche il portfolio dedicato al 14 gennaio.
Vi informeremo delle occasioni di discussione di questo lavoro, voluto dall’ultimo direttivo di Uds proprio per l’importanza di creare memoria delle pratiche politiche delle donne su temi che sono al centro del dibattito pubblico.
San Marino legalizza l’assistenza all’aborto ribaltando una legge secolare: colloquio con l’avvocato per i diritti delle donne
Ci siamo incontrati con Karen Pruccoli, attivista e Presidente dell’Unione Donne San Marino per discutere di questa decisione fondamentale per i diritti delle donne.
San Marino ha recentemente legalizzato la cura dell’aborto, un anno dopo lo storico referendum. Nel 2021, il 77% dei cittadini ha votato a stragrande maggioranza per ribaltare la legge di 150 anni per rendere legale l’aborto nelle prime 12 settimane di gravidanza. L’assistenza per l’aborto è disponibile anche dopo le 12 settimane se gravi anomalie fetali mettono a rischio la vita o la salute di una donna, fisicamente o psicologicamente. Il costo della procedura sarà coperto dal sistema sanitario pubblico sammarinese. In precedenza, le donne residenti a San Marino erano costrette a recarsi in Italia o altrove per accedere alle cure di cui avevano bisogno.
Noi Rete Donne ha inviato alle autorità italiane e all’ambasciata iraniana questa lettera di condanna della durissima repressione in atto in Iran nei confronti delle donne e dei giovani iraniani, con richiesta di azione urgente.#noiretedonne#IranProtests
Noi Rete Donne, rete per una democrazia paritaria in Italia e a livello internazionale, chiede al governo uscente e a tutte le parlamentari e i parlamentari eletti in questa ultima tornata elettorale e alle forze politiche, di prendere una netta posizione di condanna degli assassini politici compiuti oggi e nel passato dal regime iraniano.
Un regime teocratico, repressivo e misogino, che sta reprimendo nel sangue le migliaia di donne e uomini, scesi ancora una volta con grande coraggio e determinazione per le strade di oltre 80 città iraniane, contro decenni di oppressione e negazione di tutte le libertà fondamentali.
Corriere della sera – La 27 ora – 25 settembre 2022 Dacia Maraini
Queste donne oggi ci stanno dando un esempio di coraggio straordinario e di fede nella libertà. Dovremmo imparare da loro anziché cedere alla tentazione di una sorda e cinica passività, con la scusa che «tanto non cambia niente». Cambia invece, se veramente lo vogliamo
Se si volesse esemplificare cosa sia il fanatismo, basterebbe raccontare la storia del padre di Saman Abbas, la ragazza pakistana di seconda generazione che è stata strangolata, poi fatta a pezzi e quindi gettata nel fiume. La madre, intercettata al telefono avrebbe detto che «anche noi siamo morti quel giorno». Morti sì, ma avendo compiuto un dovere sociale e religioso, il più disumano e orrendo che si possa immaginare. E non si tratta di un caso di egoismo famigliare , ma di una pratica che viene legittimata da una tirannica religione di Stato.
28 settembre h. 18,30 piazza Castello: la rete +di194voci scende in piazza a fianco delle NUDM
La salute delle donne è un DIRITTO che la legge 194/78 garantisce attraverso l’accesso all’aborto sicuro e gratuito. Questa legge ha dato ottimi risultati, riducendo nel tempo il ricorso all’aborto, grazie alla rete dei consultori e al personale socio-sanitario.
MA UNA BUONA LEGGE NON BASTA
➔ il numero di obiettori di coscienza è troppo elevato e, in molte situazioni, limita o impedisce l’esigibilità del diritto, come abbiamo più volte denunciato! ➔ gli anti-abortist, mascherati da un linguaggio persuasivo e positivo che dietro i termini “pro-vita, pro-famiglia, diritto a non abortire” cela una cultura patriarcale, violenta ed integralista promossa dalla cosiddetta Agenda Europa, attaccano sempre più frequentemente l’autodeterminazione delle donne e vorrebbero relegare la donna al ruolo di fattrice: la famiglia è solo quella tradizionale e ispira ogni politica alla triade “Dio, patria e famiglia” ➔ la Regione Piemonte, che non ha ancora risposto alla nostra formale diffida, prima ha fatto entrare le associazioni antiabortiste nei consultori pubblici, poi ha costituito il Fondo vita nascente destinando risorse pubbliche a queste associazioni private affinché diano una mancetta patriarcale e buonista alle donne che convincono a non abortire
DENUNCIAMO
che anche in Italia, come in altri Paesi quali l’Ungheria e la Polonia, vi sia il rischio di una deriva normativa, già evidente in molte regioni (Piemonte, Marche) che limiti il diritto all’aborto e, addirittura, ne impedisca il ricorso persino in situazioni quali lo stupro
SOSTENIAMO
le battaglie delle donne americane e delle forze progressiste che si oppongono alla sentenza della Corte Suprema che ha cancellato il diritto federale all’aborto, delle donne polacche e ungheresi impedite nella loro autodeterminazione, delle migrant spesso stuprate ai confini, delle donne afghane e iraniane, delle soggettività oppresse in ogni parte del mondo
CHIEDIAMO CHE LA LEGGE 194/78 E LA LEGGE 405/75 SUI CONSULTORI VENGANO APPLICATE ATTRAVERSO:
➔ l’attivazione di tutte le misure di prevenzione ➔ il potenziamento del personale e dei consultori per tutte le fasce d’età ➔ la piena tutela della salute sessuale e riproduttiva per tutә ➔ il ricorso alle tecniche più moderne e l’immediata attivazione dei percorsi per l’aborto farmacologico nei consultori ➔ il sostegno al reddito, alla genitorialità e al welfare e il contrasto alla precarietà del lavoro
VI ASPETTIAMO IL 28 SETTEMBRE IN PIAZZA CASTELLO ALLE 18,30!!! Torino, 24 settembre 2022 Per contatti: info@piudi194voci.it, fb, instagram, sito web
Il progetto si propone di sviluppare un modello flessibile e personalizzato di intervento multidisciplinare per il sostegno degli orfani speciali e delle famiglie affidatarie, intervenendo sia per la gestione del periodo post-traumatico, sia per la costruzione di una progressiva autonomia e di un percorso di vita sereno.
Per la presa in carico dei minori si prevede, in ciascun territorio di intervento, l’istituzione di “équipe multidisciplinare S.O.S.”, incaricata di avviare e monitorare un percorso di sostegno integrato, tempestivo, individualizzato e diversificato in base alla fascia d’età dell’orfano e alle caratteristiche della famiglia affidataria. L’équipe agirà in collaborazione con le figure istituzionali competenti e formulerà un piano di sostegno per ogni orfano/famiglia affidataria. Un gruppo di lavoro, composto da esperti accademici e operatrici di centri antiviolenza, elaborerà un modello di colloquio conoscitivo da adottare per il rilevamento dei bisogni, dello stato di salute e delle aspettative dei minori e delle famiglie affidatarie.
L’intervento si prefigge anche di riconoscere il diritto allo studio a tutti gli orfani e a tutte le orfane, anche oltre la scuola dell’obbligo. In particolare, saranno proposte attività individualizzate di supporto orientativo (educazione alla scelta) nelle fasi di transizione tra cicli scolastici, tra scuola e lavoro o in casi di dispersione scolastica; per i maggiorenni, si prevedono borse di studio per la frequenza di percorsi universitari.
Un ruolo importante nel sostegno ai beneficiari è assegnato agli spazi dedicati alle azioni progettuali. Si prevede, per esempio, di agevolare l’accoglienza di orfani maggiorenni in convitti o di mettere a disposizione delle strutture residenziali per ospitare le famiglie affidatarie per brevi periodi, in momenti delicati della presa in carico.
In ottica di prevenzione, insegnanti, operatori, operatrici, stakeholder del territorio verranno coinvolti in cicli di incontri formativi e informativi con l’obiettivo di acquisire strumenti adeguati per lavorare con bambini e adolescenti sui temi degli stereotipi, delle discriminazioni, dell’uso del linguaggio non sessista e violento, della violenza domestica e di genere.
Sarà organizzato un evento in ogni regione per disseminare i risultati del progetto e promuovere azioni mirate di informazione e sensibilizzazione. Sarà adottata una specifica child safeguarding policy elaborata in collaborazione con Save the children e Irene 95, capofila del partenariato dell’Italia meridionale.
per informazioni e aggiornamenti sul progetto Sostegno orfani speciali potete visitare il sito a questo link
In questi giorni di campagna elettorale imperversa il tema della rappresentanza femminile e dell’opportunità di avere probabilmente, se le urne rispetteranno i sondaggi, la prima donna Presidente del Consiglio.
E’ una notizia che dovrebbe trovare un certo favore tra le donne che da anni si battono per la democrazia paritaria e per scardinare le tante discriminazioni di cui ancora oggi sono vittime le donne.
Gli antiabortisti hanno dovuto rinunciare a tenere il loro convegno, antiscientifico e pretestuoso contro la legge 194, nella sala della Regione Piemonte, previsto per il prossimo 26 settembre. La tempestiva mobilitazione delle DONNE con la comunità lgbtqia+, ed in sinergia con alcune forze politiche, ha contribuito a questo dietro front. Noi ribadiamo che la salute delle donne è un diritto, e la legge 194 è nata per garantire questo diritto. L’organizzazione mondiale della sanità ci dice che nel mondo ogni anno 47000 donne muoiono a causa di un aborto effettuato in condizioni di non sicurezza e che 5 milioni soffrono di malattie temporanee o permanenti, tra cui la sterilità (cioè non potranno più avere figli). Ci dice anche che la mortalità è alta nei Paesi in cui l’aborto è proibito e bassa nei Paesi in cui esistono leggi che lo tutelano. All’Ospedale Sant’Anna di Torino, prima del 1978 l’aborto (clandestino) era la maggiore causa di gravi malattie o morte materna, mentre dopo l’introduzione della legge 194/1978 le patologie e la morte legati all’aborto si sono azzerate. Noi diciamo che la legge 194 deve essere applicata in tutti i suoi aspetti a garanzia della salute delle donne. La legge prevede: 1) l’attivazione di tutte le misure di prevenzione: informazione a tutti i livelli sulla contraccezione, facilità di accesso alla contraccezione stessa, supporto psicologico, aumento della consapevolezza del proprio corpo. Per tutto questo noi chiediamo con forza che vengano riattivati quei consultori che in questi anni sono stati gradualmente chiusi. 2) il ricorso alle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza. Chiediamo pertanto che vengano immediatamente attivati i percorsi per offrire l’aborto farmacologico nei consultori, così come previsto dalle linee di indirizzo del Ministero della Salute dell’agosto 2020. Torino, 20 settembre 2022
Riflessioni a partire dalla sentenza della Corte suprema USA sull’aborto