Berlusconi al Quirinale, l’appello di ‘Se non ora quando’: “No al simbolo del più stantìo maschilismo”

Repubblica.it 16 gennaio 2022 – Valeria Forgnone

Il coordinamento nato nel 2011 rompe il silenzio e torna a farsi sentire contro la candidatura del Cavaliere al Colle

Dopo il Popolo Viola, i vignettisti, contro le ambizioni quirinalizie di Silvio Berlusconi si schierano le donne di ‘Se non ora quando’. Rompe il silenzio il coordinamento delle donne, nato nel 2011 a difesa e per l’applicazione delle leggi che tutelano le donne e i soggetti deboli, e tornano a farsi sentire perchè “non è più possibile rimanere silenziose dinanzi all’umiliazione inflitta all’Italia e all’Europa, dalla ufficializzazione della candidatura di Berlusconi alla presidenza della Repubblica da parte dell’intero centrodestra”, scrivono in una lettera-appello per dire ‘no’ all’ipotesi che il leader azzurro diventi il nuovo capo dello Stato.

Con lo slogan ‘Non si torna indietro’ scandito nelle piazze d’Italia anni fa, le donne di ‘Se non ora quando’ spiegano: “Finora ci siamo astenute da qualsiasi appello o dichiarazione. Eravamo persuase che intorno all’elezione del presidente della Repubblica fosse stata allestita una brutta e avvilente pantomima, condivisa da tutte le forze politiche, che non volevamo in nessun modo avallare. Ci aspettavamo che sarebbe prevalso lo spirito di serietà e responsabilità, oltre che di unità del paese, richiesto se non altro dal perdurare della pandemia. Così non è stato”, scrivono. A scatenare reazioni è stata la proposta del centrodestra di Silvio Berlusconi per il ruolo di capo dello Stato emersa dopo il vertice di venerdì scorso a Villa Grande, la residenza romana del Cavaliere che in passato fu di Franco Zeffirelli.

Le battaglie di ‘Se non ora quando’ non si sono mai fermate ma “ora più che mai” è di nuovo il momento di intervenire, sull’onda dell’indignazione che 10 anni fa ha scatenato proteste e manifestazioni contro un governo guidato da un presidente del Consiglio che, a loro dire, con la sua condotta (e la sua politica) offendeva la dignità delle donne. “Il problema per noi non è il desiderio di rivincita perseguito da Silvio Berlusconi che noi, dodici anni fa, mobilitando la maggioranza del Paese in difesa della dignità delle donne e delle istituzioni della Repubblica, abbiamo mandato a casa, aprendo una nuova stagione per le donne italiane”, spiegano. No, il problema “sono quelle forze, quei partiti che, candidando Berlusconi alla massima carica rappresentativa, inviano un terribile messaggio al Paese, di rifiuto e cancellazione di quanto è stato fatto in questi anni. Pretendono, dichiarandosi veri ‘patrioti’, di prendere in mano un paese moderno, civile che sta compiendo sforzi per superare disuguaglianze, sacche di misoginia e non trovano di meglio che proporgli il simbolo del più stantìo maschilismo e delle più aspre contrapposizioni, altro che patriottismo! Non riteniamo accettabile che le donne italiane, dinanzi alla stupefazione del mondo intero, debbano assistere impotenti, nel migliore dei casi, all’allestimento di una patetica sceneggiata, nel peggiore al rischio di un’elezione così umiliante. E non l’accetteremo”. E come sempre concludono: “Se non ora quando?”.