Fondo vita nascente della Regione Piemonte in discussione e votazione in IV commissione

COMUNICATO STAMPA della Rete + di 194 voci

La Regione Piemonte continua la sua crociata contro diritti civili e sociali: non è vero che si
tutelano i nascituri e le famiglie con la mancetta patriarcale erogata con il finanziamento
pubblico (460mila euro) del fondo vita nascente!

La Rete +di194voci denuncia nuovamente il finto buonismo patriarcale che soggiace ai diversi
provvedimenti che la Regione Piemonte sta portando avanti rispetto ai diritti, autodeterminazione e corpi
delle donne, delle soggettività lgbtqia+ e rispetto alle famiglie e alla genitorialità.
Oggi la delibera di Giunta del fondo vita nascente è stata portata in discussione e votata nella IV
commissione regionale.


Non ci sentiamo rappresentate da chi apre un atto istituzionale sostenendo che questo provvedimento sia finalizzato ad “evitare che l’aborto divenga uno strumento di controllo delle nascite”. Esiste già la legge 194/78 che ha dato negli anni ottimi risultati attraverso la prevenzione e la diminuzione delle interruzioni di gravidanza.
I percorsi di aiuto pubblico alle donne gestanti in ordine al riconoscimento o non riconoscimento del
nascituro e all’esigenza di segretezza del parto sono situazioni molto diverse tra loro e, da sempre, sono
prese in carico dal servizio pubblico. E’ sconcertante la totale mancanza di rispetto nei confronti delle
donne e rende esplicito che questa regione si schiaccia completamente al Salvini pensiero “bisogna tornare a mettere al mondo i figli senza tanti problemi..”, ispirandosi alle politiche di Orban.
La tipologia delle donne gestanti in difficoltà, quelle di cui sulla carta parla questa delibera, sono
attualmente prese in carico dai gestori delle funzioni socio-assistenziali dei Comuni e dei Consorzi, così
come i Consultori pubblici svolgono le funzioni loro assegnate dalla legge.
Questa delibera costruisce un’impalcatura privata – per il 99% costituita da associazioni integraliste
antiabortiste – accanto a quella pubblica, svalorizzata e non sostenuta con un rafforzamento di strutture e
organici. Inoltre il 10% dello stanziamento andrà per la pubblicizzazione del fondo stesso e le associazioni
antiabortiste potranno utilizzare il logo della regione senza alcun controllo
Infine nel testo non è mai citata la voce di spesa “prevenzione” che è la premessa per far sì che anche nella nostra regione si realizzino condizioni favorevoli per la scelta consapevole di maternità, ad esempio
promuovendo la gratuità della contraccezione.
Tutte le statistiche ci dicono che la scelta di abortire, non semplice, è meno legata a problemi economici e
più alla precarietà del lavoro e di vita e alla legittima scelta di autodeterminare le proprie vite.


NOI non ci sentiamo parte di questa narrazione e CHIEDIAMO


➔ l’attivazione di tutte le misure di prevenzione, compresa la contraccezione gratuita
➔ il pieno riconoscimento del lavoro pubblico e del suo valore attraverso il potenziamento dei servizi
sociali e del personale e dei consultori per tutte le fasce d’età
➔ la piena tutela della salute sessuale e riproduttiva per tuttә
➔ il ricorso alle tecniche più moderne e l’immediata attivazione dei percorsi per l’aborto
farmacologico nei consultori
➔ la riapertura di un consultorio a Vallette
➔ il vero sostegno al reddito, alla genitorialità e al welfare e il contrasto alla precarietà del lavoro
Per contatti: mail: info@piudi194voci.it, Facebook, Instagram, Sito web
Torino, 10 ottobre 2022