Il 28 settembre è la giornata mondiale dell’aborto sicuro
Gli antiabortisti hanno dovuto rinunciare a tenere il loro convegno, antiscientifico e
pretestuoso contro la legge 194, nella sala della Regione Piemonte, previsto per il
prossimo 26 settembre. La tempestiva mobilitazione delle DONNE con la comunità
lgbtqia+, ed in sinergia con alcune forze politiche, ha contribuito a questo dietro
front.
Noi ribadiamo che la salute delle donne è un diritto, e la legge 194 è nata per
garantire questo diritto. L’organizzazione mondiale della sanità ci dice che nel mondo
ogni anno 47000 donne muoiono a causa di un aborto effettuato in condizioni di non
sicurezza e che 5 milioni soffrono di malattie temporanee o permanenti, tra cui la
sterilità (cioè non potranno più avere figli). Ci dice anche che la mortalità è alta nei
Paesi in cui l’aborto è proibito e bassa nei Paesi in cui esistono leggi che lo tutelano.
All’Ospedale Sant’Anna di Torino, prima del 1978 l’aborto (clandestino) era la
maggiore causa di gravi malattie o morte materna, mentre dopo l’introduzione della
legge 194/1978 le patologie e la morte legati all’aborto si sono azzerate.
Noi diciamo che la legge 194 deve essere applicata in tutti i suoi aspetti a
garanzia della salute delle donne.
La legge prevede:
1) l’attivazione di tutte le misure di prevenzione: informazione a tutti i livelli sulla
contraccezione, facilità di accesso alla contraccezione stessa, supporto psicologico,
aumento della consapevolezza del proprio corpo. Per tutto questo noi chiediamo con
forza che vengano riattivati quei consultori che in questi anni sono stati
gradualmente chiusi.
2) il ricorso alle tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica
della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza. Chiediamo pertanto
che vengano immediatamente attivati i percorsi per offrire l’aborto
farmacologico nei consultori, così come previsto dalle linee di indirizzo del
Ministero della Salute dell’agosto 2020.
Torino, 20 settembre 2022