Immediata Liberazione per le donne nei centri di detenzione in Libia

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Al Presidente del Consiglio Mario Draghi  – Mario Draghi 

Al Ministro Affari Esteri e Cooperazione Internazionale  – Luigi Di Maio 

Alla Ministra Interno  – Luciana Lamorgese 

Alla Ministra Pari Opportunità – Elena Bonetti 

Le pagine di Avvenire raccontano di quanto sta avvenendo nel centro di detenzione ufficiale di Sharà al- Zawiya, una delle prigioni nelle quali vengono condotti i migranti catturati in mare dalla guardia costiera libica. 

Cinque ragazze somale, come loro tante altre, raccontano ad Associated Press le violenze e gli stupri sistematici che devono subire dai poliziotti-stupratori che governano la prigione. 

Aggredite e stuprate per aver chiesto di andare in bagno o telefonare alla propria famiglia. 

L’Unione Europea e il Governo Italiano sono finanziatori del sistema di detenzione libico e nell’incontro di ieri a Berlino, Italia e Germania hanno preso ad esempio il modello Erdogan ed hanno ringraziato la guardia costiera libica. Nonostante tutto.

Nonostante Suki Nagra rappresentante in Libia dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti Umani abbia confermato la sistematica violazione dei diritti umani, parlando di “violenza sessuale inconcepibile contro donne e migranti nel centro di detenzione di Sharà al Zawiya di Tripoli. Tentativi di suicidio per disperazione e fame. Chiediamo il loro rilascio e protezione immediati”

Noi non rimaniamo indifferenti alle violenze che le donne e i migranti stanno vivendo nei centri di detenzione in Libia. 

Chiediamo che il Governo Italiano:

1- intervenga per l’immediata liberazione e la protezione delle donne oggetto degli stupri  oggi ospitate nel centro di detenzione di Sharà al Zawiya e negli altri centri di detenzioni libici. 

2- intervenga presso la UE per l’attivazione immediata di corridoi umanitari 

3- proceda alla revoca  del memorandum Italia Libia del 2017 prorogato nel 2020  alle medesime condizioni di collaborazione con la Guardia costiera libica 

Presidente Mario Draghi 

Ministro Luigi Di Maio 

Ministra Luciana Lamorgese 

Ministra Elena Bonetti 

L’Italia si muove secondo il pieno rispetto dei diritti umani delle donne e degli uomini. Queste gravi violazioni ormai note ci obbligano ad un intervento immediato che chiarisca e riaffermi con forza il posizionamento democratico del nostro Paese e l’impossibilità di corresponsabilità rispetto a tali gravi violazioni.