Le molestie sono dappertutto…anche in Sala Rossa

Laura Onofri

Sara Diena è la più giovane consigliera nella storia del Comune di Torino ed è un’attivista del movimento ecologista Fridays for Future.

Nell’intervista a La Stampa, che riportiamo qui di seguito, ha voluto stigmatizzare atteggiamenti, comportamenti e frasi che le vengono rivolti perché è donna e perché è giovane e che sicuramente non sarebbero tenuti nei confronti di consiglieri uomini più anziani.

Se Non Ora Quando? Torino, vuole esprimere sostegno e solidarietà a questa giovane donna, e ringraziarla per la decisione di far conoscere l’esperienza di questi primi 100 giorni in Sala Rossa. Perché ci vuole coraggio e determinazione sapendo che in quel contesto dovrà trascorrere i prossimi 5 anni.

La sua testimonianza non fa che consolidare la nostra consapevolezza che, purtroppo, le molestie esistono in tutti i luoghi di lavoro ed in ogni ambito della società e quindi non stupisce che si riproducano anche in un’Istituzione quale è il Comune.

Ed è proprio per questo e per quello che l’Istituzione rappresenta agli occhi dei cittadini che è doveroso denunciare, anche e non solo con un’intervista questi comportamenti molesti che la nostra legislazione individua come fattispecie di reato e punisce. Ma denunciare è anche estremamente importante perché Sara Diena per il ruolo che ricopre ed anche per la sua giovane età può essere un modello per tante sue coetanee che subiscono per strada, a scuola, nei luoghi di lavoro, gli stessi comportamenti, ma che non hanno gli strumenti e la consapevolezza di denunciare.

Perché bisogna dirlo con forza e determinazione: le molestie non sono semplici battutine, graziosi sfottò, atteggiamenti paternalistici, comportamenti che ai più appaiono normali e a cui molti e molte non fanno nemmeno più caso… No quelli subiti da Sara Diena e da tante donne sono discriminazioni che hanno un solo nome sessismo: termine coniato dalle femministe statunitensi per indicare l’atteggiamento discriminatorio di chi giustifica e promuove l’inferiorità del sesso femminile (ancora più rimarcato se si tratta di giovani ragazze)

Molto spesso si pensa che la molestia sia solo quella fisica e questo lo pensano a volte anche le donne che ne sono vittima. Niente di più sbagliato: la molestia è spesso solo verbale ma è tanto più pericolosa perché trasmette concetti e stereotipi che sconfinano nella violenza, e sono la linfa che permette al patriarcato e alla misoginia di resistere e proliferare.

Se vogliamo davvero sconfiggere la violenza contro le donne dobbiamo capire che si deve partire da qui.

E prendo in prestito il titolo di un libro “Break the silence” (ed.Golem) che raccoglie le testimonianze di molestie e violenze di giovani donne, scritto da giovani donne per cercare di rompere appunto il silenzio, di raccontare esperienze come un atto di coraggio, di liberazione, di militanza attiva. Ed è quello che ha fatto Sara Diena rompendo il tabù e raccontando che anche la Sala Rossa non è immune dal sessismo.