Lettera aperta a Giorgia Meloni

di Milena Boccadoro

Lettera aperta a Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

L’articolo si può anche evitare, ma mi domando perché Le stia così antipatico, tanto di rifiutarlo, il “la” che nella lingua italiana si usa per indicare il femminile singolare.

La postina, la cuoca, la panettiera, l’operaia, la parrucchiera, la sarta, la maestra, chissà se anche loro potendo si definirebbero al maschile. Si immagina una maestra che dica ai suoi allievi da oggi chiamatemi maestro. O una sarta che inviti le clienti a chiamarla sarto. Sarebbero come minimo considerate strane. Perché dove le donne ci sono sempre state il femminile è di casa. Sì usa e basta. Mica come ai piani alti delle professioni, del potere, delle istituzioni abitati per anni quasi esclusivamente da uomini. Ma ora che Lei ci è arrivata non crede sia importante sottolinearlo con un bell’articolo determinativo femminile. Anche per evitare equivoci del tipo “il primo ministro ha incontrato il marito”, imbarazzanti per una sostenitrice della coppia tradizionale come Lei. Un bel “la” davanti alla sua carica istituzionale a chiarire che una donna può ricoprire quel ruolo senza rinunciare al suo genere. E dato che si vanta di aver incrinato “il tetto di cristallo” la prego mandi in soffitta anche l’uso del maschile che tanto “inclusivo” non è. Gliene saranno grate anche la bidella, la commessa, la giornalista, la direttrice d’orchestra, la capotreno, la violinista, la ricercatrice, la docente.

Milena Boccadoro – Senonoraquando? Torino