Se crescono le donne cresce il Paese

13 febbraio 2011: nasce “SeNonOraQuando?”

200.000 a Roma. E 100.000 anche a Milano e a Napoli…. 

20.000 a Palermo e migliaia a Trieste, Bari, Pesaro, Bergamo, Genova. Oltre 100 piazze, in Italia ma non solo: Bruxelles, Parigi, Barcellona, New York, Auckland, Honolulu, Tokyo … e a Torino strade e piazze straripanti, una fiumana di gente pacifica, ordinata e colorata. Le bandiere di SeNonOraQuando? e una parola d’ordine: dignità!

Che cos’è successo quel 13 febbraio?

Gomitoli di lana fatti volare sulla folla come stelle filanti che, durante il percorso, si trasformano in una rete multicolore che unisce tutti e tutte. La piazza richiesta per 5.000, ma le persone presenti, le stesse organizzatrici incredule, più di 200.000 (dati della Questura). Nessun simbolo politico, solo le bandiere di SeNonOraQuando? e il tricolore.

Nel pieno dello scandalo dell’allora Presidente del Consiglio, l’appello delle organizzatrici per dire basta a una cultura che nega la dignità delle donne ha, inaspettatamente, portato in piazza donne, uomini, giovani e anziani, appartenenti a realtà sociali, professionali, politiche molto diverse. E molti e molte, in piazza, non ci erano mai andati.

Da anni non si vedeva una manifestazione così partecipata, persone che mai avrebbero pensato di ritrovarsi fianco a fianco per protestare insieme contro una situazione diventata insostenibile. Il degrado del dibattito politico e civile, con le donne, la metà della popolazione del nostro Paese, ridotte a oggetti di scambio sessuale sui giornali, in TV, nella pubblicità.

Il tema della effettiva parità, dell’uguaglianza, della discriminazione veniva allo scoperto, usciva dagli ambiti femminili e femministi che per decenni se ne erano occupati, ed era rivendicato a gran voce da tante donne di generazioni differenti, anche quelle che non si erano mai accostate al femminismo perché lo sentivano lontano da loro.

Non può esserci dignità se sei discriminata, se non sei rappresentata, equamente pagata, rispettata, nominata.