SE NON QUI DOVE? LIBERTÀ E MOVIMENTO IN UN MONDO GLOBALIZZATO

Ripensare la globalizzazione a partire da cura, lavoro, e mobilità delle persone

Esistono relativamente pochi dati circa l’impatto della globalizzazione sul genere (o, viceversa, quello del genere sulla globalizzazione). Mancano, in particolare, studi che ci confermino, o meno, se l’effetto dei cambiamenti strutturali creati dalla globalizzazione abbiano avuto conseguenze (e in che misura) sui tassi di occupazione delle donne rispetto all’economia nel suo complesso.

Uno studio dell’OCSE di alcuni anni fa, mostrava come la quota di lavoro maschile che è direttamente (ossia l’occupazione nelle imprese esportatrici che lavorano sull’export) e indirettamente (ossia presso i fornitori che si occupano della distribuzione alle imprese esportatrici) dipendente dal commercio (quindi da ciò che è alla base della globalizzazione) fosse molto più alta di quella delle donne (una media del 37% a fronte del 27% nei paesi OCSE).

Ma aldilà dei dati, ciò su cui ci preme ragionare riguarda due specifiche dinamiche interne al processo di globalizzazione: il mercato globale della cura e le sfide della mobilità per lavoratrici e cittadine.

I modelli di mobilità di genere sono cambiati negli ultimi anni, riflettendo l’evoluzione delle differenze di genere nelle condizioni socioeconomiche e demografiche. Come è noto, le donne vivono più a lungo degli uomini e rappresentano la maggior parte della popolazione che invecchia, e, nei Paesi europei, l’invecchiamento della popolazione ha implicazioni significative per i modelli di mobilità. La maggiore aspettativa di vita alla nascita per le ragazze rispetto ai ragazzi in tutti i Paesi europei implica anche che un numero crescente di donne anziane vivrà da solo, con grandi problemi di mobilità e difficoltà di accesso ai servizi.

La mobilità è legata alla parità di genere sia a livello locale (possibilità di libertà di movimento nelle città che le donne abitano) che a livello internazionale (possibilità di migrazione regolare che comprenda libera circolazione).

La mobilità a livello locale è una importante componente per l’uguaglianza di genere e la sostenibilità sia sociale che economica delle città. Città in cui le donne abbiano a disposizione sistemi di cura e trasporto che rendano possibile la condivisione di vita e lavoro, sono anche città in cui le donne partecipano di più alla vita economica e politica, e sperimentano maggior benessere.

La mobilità internazionale è essenziale per le complesse reti globali della cura che si sono andate creando nell’ultimo mezzo secolo e che di fatto sostengono la crescita economica rendendo possibile la partecipazione al mercato del lavoro (retribuito) per le donne: sia quelle che offrono lavoro di cura e sostengono attraverso rimesse internazionali le comunità di origine, sia quelle, che grazie a questa offerta, possono avere una occupazione.

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