martedì, Dicembre 3, 2024
E’ NATO IL COMITATO PER IL DIRITTO ALLA TUTELA DELLA SALUTE E ALLE CURE

Se Non Ora Quando? Torino aderisce al neonato Comitato per il diritto alla tutela della Salute e alle Cure.

Venerdì 14 aprile, alle ore 10.30, davanti all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, nel giardino “Peppino Impastato” in Largo Sempione (angolo via Mercadante), si è tenuta un’assemblea aperta – conferenza stampa di presentazione del Comitato per il
diritto alla tutela della salute e alle cure, a difesa del servizio sanitario pubblico.
È un movimento aperto a tutti, cittadini, pazienti, associazioni e sindacati che intendono unirsi per avviare una fase di consapevolezza e mobilitazione per difendere il diritto a curare e ad essere curati.

L’assemblea è dedicata alle ragioni di tutti coloro che si riconoscono in questa necessità e per concordare insieme azioni comuni.
L’adesione al comitato è aperta a tutti coloro che, in qualsiasi veste, vorranno aderire all’appello che verrà presentato venerdì, insieme alle iniziative che saranno intraprese.

Queste le prime adesioni:
LIBERA PIEMONTE – ANAAO – CIMO – AAROI EMAC – FVM – FASSID – FIMMG – SMI – SUMAI – ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DI TORINO – CGIL PIEMONTE – FP CGIL PIEMONTE – FIALS PIEMONTE – NURSIND PIEMONTE – NURSING UP PIEMONTE – FP CGIL MEDICI PIEMONTE – FONDAZIONE PROMOZIONE SOCIALE – MEDICINA DEMOCRATICA – FEDERCONSUMATORI – CITTADINANZA ATTIVA – SE NON ORA QUANDO – COMITATO SALUTE PUBBLICA ALTO CANAVESE – MOVIMENTO DIEM25 ATTAC – VOLERE LA LUNA – PROSPETTIVE COMUNI
Torino, 12 aprile 2023 UFFICIO STAMPA

Enrica Guglielmotti per SeNonOraQuando? Torino è intervenuta per spiegare le ragioni della nostra adesione. Qui di seguito il suo intervento:

Il comitato SNOQ Torino, nato più di 10 anni fa per difendere i diritti delle donne a vari livelli, sul piano della salute, sul piano del lavoro e sulla rappresentanza, aderisce all’appello per il diritto alla tutela della salute e alle cure

PERCHE’ ADERIAMO

Assistiamo da anni al progressivo definanziamento del servizio sanitario pubblico e all’indirizzo verso soluzioni sanitare di tipo privatistico e orientate verso una sanità di tipo prestazionale senza un’integrazione tra aspetti sanitari e sociali.

Siamo preoccupate della mancata attenzione verso la medicina territoriale che penalizza anche i consultori, che svolgono un grande lavoro nel campo della tutela della salute sessuale e riproduttiva: in Torino invece di un consultorio ogni 20000 abitanti ne abbiamo uno ogni 36000 abitanti. (Dati ISS 2019)

Non è stata applicata a tutt’oggi la delibera della giunta regionale del 2018 che garantiva per i/le giovani sotto i 26 anni e per alcune fasce fragili la gratuità degli anticoncezionali. Le indicazione del ministero della Salute per portare l’interruzione di gravidanza con metodo farmacologico fuori dalle strutture ospedaliere non sono state ancora rese ancora operative nella nostra Regione con la motivazione che le strutture periferiche non sono attrezzate a gestirle: allora perchè non investire fondi per renderle efficienti?

Temiamo la vanificazione di un’ottima legge di istituzione dei consultori (405/1975) e della legge 194/1978 e riteniamo che questo comporti dei pericoli per la salute delle donne e ne mini il diritto di autodeterminazione.

Riteniamo che la difesa della salute delle donne passi attraverso un servizio sanitario pubblico, universalistico e laico, che rispetti e garantisca l’autodeterminazione rispetto alle scelte riproduttive.

Denatalità: riteniamo che la strada per superarlo non sia ostacolare le scelte riproduttive, ma sia quella di tutelare il lavoro, investire in asili nido e favorire la condivisione della cura. Vediamo che invece di investire in servizi pubblici vengono dati fondi ad associazioni pro vita perchè li eroghino alle donne in stato di bisogno per proseguire la gravidanza, come se alcune migliaia di euro potessero risolvere la crescita di un bambino o di una bambina e non fosse necessario creare delle reti che sostengano le famiglie.

Aderiamo all’appello perchè vuole creare un’alleanza tra chi utilizza la sanità e chi nella sanità lavora . Le donne sono in maggioranza nel comparto sanitario e abbiamo visto come i continui tagli e il mancato rinnovamento degli organici abbiano peggiorato drammaticamente le condizioni lavorative ed incidano pesantemente sulla salute in termini di orari di lavoro, fatica e aumento della conflittualità con gli utenti.

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