IL NO ALLA STANZA D’ASCOLTO A TORINO È UNA GRANDE VITTORIA CONTRO LE MANIPOLAZIONI DELLA DESTRA

Blog Il Fatto Quotidiano  7 luglio 2025   – Laura Onofri

Il no alla stanza d’ascolto a Torino è una grande vittoria contro le manipolazioni della destra

Il Tar ha accolto il ricorso presentato da SeNonOraQuando? Torino, Cgil Torino e Cgil Piemonte. Le motivazioni della sentenza sono sostanzialmente tre

Il 31 maggio 2024, dopo annunci e rinvii, all’Ospedale ostetrico-ginecologico Sant’Anna di Torino era stata aperta la “stanza d’ascolto”. Una stanza per le donne che hanno intenzione di abortire, non per aiutarle a “superare le cause che potrebbero indurre all’interruzione della gravidanza” ma di fatto un luogo gestito da un’associazione antiabortista il cui scopo, dichiarato anche nello statuto dell’associazione, è quello di contrastare la legge 194/78 e quindi di condizionare fortemente le donne nella scelta di abortire, stigmatizzandola.

Il 2 luglio il Tar Piemonte con la sentenza n. 1117 del 2025 ha annullato la convenzione siglata tra l’Aou Città della salute e della scienza di Torino e l’associazione Centro aiuto alla vita “G. Foradini”, diretta ad affidare all’associazione stessa la gestione della cosiddetta stanza dell’ascolto presso il Sant’Anna accogliendo il ricorso presentato da SeNonOraQuando? Torino, Cgil Torino e Cgil Piemonte. E’ una grande vittoria di tutte le donne e del collegio difensivo composto dagli avvocati e avvocate: Piero Nobile, Sofia Mercaldo, Vittorio Angiolini, Stefano Invernizzi, Corrado Guarnieri, Francesca Romana Guarnieri, che ringraziamo per il lavoro svolto con dedizione e professionalità.

Questa sentenza, emessa dalla seconda Sezione del Tar, è molto importante per la rilevanza delle motivazioni e perché ha accolto di fatto tutte le censure che le ricorrenti avevano avanzato.
Prima di tutto ha riconosciuto all’associazione Senonoraquando? la legittimazione a stare in giudizio in quanto rappresenta e promuove i diritti delle donne e si pone a tutela (anche giudiziaria) delle conquiste di libertà femminili, finora ottenute, sussistendo quindi, come nel caso in esame, la lesione di un interesse collettivo.⁠

Le motivazioni addotte nella sentenza e che hanno portato all’accoglimento del ricorso sono sostanzialmente tre: innanzitutto, l’azienda sanitaria ha completamente pretermesso in fase di affidamento del servizio le verifiche in ordine ai requisiti di idoneità che l’affidatario del servizio avrebbe dovuto possedere in ragione dei delicati compiti di supporto alla donna intenzionata a interrompere la gravidanza. In secondo luogo, l’associazione di Rivoli si sarebbe avvalsa di volontari la cui professionalità sarebbe stata garantita unicamente dal presidente dell’associazione senza alcuna ulteriore verifica e valutazione di idoneità, neppure in termini astratti, da parte del convenzionante.

Infine, ma è la circostanza più rilevante, l’adesione dell’associazione al Movimento per la vita si pone in contrasto con le finalità della legge 194, dato che lo Statuto di questo movimento contempla l’opposizione alla legge stessa e a ogni provvedimento che voglia introdurre e legittimare pratiche abortive.

Come ha commentato in modo puntuale l’avvocata Ilaria Boiano: “È una decisione esito di una battaglia politica che non ha esitato dinanzi alla prospettiva di un contenzioso, questa volta amministrativo, di solito terreno degli anti-choice che impugnano ogni determina relativa alla contraccezione di emergenza e all’aborto farmacologico, ci invita a riflettere sul fatto che i movimenti antiabortisti e antifemministi utilizzano oggi le stesse strategie della società civile progressista: ricorrono a convenzioni, leggi, strumenti della democrazia deliberativa, travestendo di neutralità una visione che invece mira a limitare i diritti fondamentali. Le iniziative tese a inibire l’accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva vanno osservate con attenzione, perché sono il laboratorio simbolico e giuridico delle altre regressioni sociali”. Proprio per questo la sentenza è così importante.

Inoltre la manipolazione dell’informazione che la destra in questa, come in tante altre vicende, mette in atto è davvero preoccupante e distorce consapevolmente la realtà. L’assessore regionale alle politiche sociali Marrone, che ha fortemente voluto la convenzione, ha dichiarato che la sentenza del Tar ha sancito “la piena legittimità del servizio”: “L’associazione ha tutte le figure professionali, esperte e formate richieste dal Tar” omettendo quella che è la principale motivazione di accoglimento del ricorso e cioè che un servizio così delicato e sensibile non può essere affidato ad un’associazione che non può, proprio per gli scopi inseriti nello statuto, garantire un’informazione libera, obiettiva e non colpevolizzante. Basterebbe leggere la sentenza per capire quanto sia distorta questa informazione e informare correttamente che, con una determina la n.0001977 del 3 luglio, l’Azienda ospedaliera Città della salute ha annullato la convenzione e decretato la chiusura della stanza d’ascolto.

Il tema si ricollega anche ai vergognosi finanziamenti erogati alle associazioni antiabortiste dal Fondo di vita nascente, un altro atto ideologico e strumentale che, come abbiamo potuto verificare, tramite l’accesso agli atti, è uno spreco di soldi pubblici che potrebbero essere usati in modo molto più efficace potenziando i consultori, che a 50 anni dalla legge che li ha istituiti, sono sempre più depauperati di risorse economiche e umane, o migliorando quelle strutture ospedaliere, come l’Ospedale Sant’Anna, eccellenza per quanto riguarda il personale sanitario, ma che presenta carenze strutturali che ho potuto constatare direttamente in questi giorni: stanze senza aria condizionata, camere chiuse perché inagibili e che costringono ad aumentare i letti in quelle agibili, tapparelle rotte, soffitti a cui si è dovuta applicare una rete di protezione per riparare da continue cadute di intonaco o altro….

E’ questo il sostegno alla natalità? Si provveda invece a far funzionare decentemente i presidi che servono per garantire alle donne una reale autonomia riproduttiva e una scelta libera su se e quando diventare madri.

leggi l’articolo

Tags: ,

CATEGORIE

ARCHIVIO