Aborto, il rischio di tornare indietro è reale: un pericolo che si corre in Italia ma anche fuori

Il Fatto Quotidiano Blog 19 febbraio 2023 – Laura Onofri

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L’aborto in Italia, e in molti altri Paesi, non è un diritto, o meglio è un diritto – e lo afferma anche l’attuale ministra per le Pari opportunità, che a chi le chiede se è un diritto, risponde: “sì, purtroppo ” – ma che, sempre più spesso, trova difficoltà e ostacoli che lo rendono non pienamente esigibile.

Partendo da questo presupposto Simona De Ciero ha sentito l’urgenza, dovuta al momento che stiamo attraversando, di scrivere il libro Il diritto di scegliere. Sull’aborto. Storie e riflessioni oltre la retorica, ed. La Corte. Un libro che riesce a fondere con equilibrio e armonia dati, informazioni, riferimenti storici dettagliati e puntuali, testimonianze di chi opera in quel settore e storie vere, storie vissute da donne che raccontano i problemi, le sofferenze, i percorsi che hanno dovuto affrontare per esercitare un diritto: il diritto di scegliere e di decidere quando e come interrompere o proseguire una gravidanza.

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Come tutte le ragazze libere

AL TEATRO GOBETTI DEBUTTA “COME TUTTE LE RAGAZZE LIBERE. Un tentativo di libertà in una piccola città” DI TANJA ŠLJIVAR PER LA REGIA DI PAOLA ROTA
Teatro Gobetti, 21 – 26 febbraio 2023

Martedì 21 febbraio 2023, alle ore 19.30, debutta al Teatro Gobetti di Torino lo spettacolo Come tutte le ragazze libere. Un tentativo di libertà in una piccola città, di Tanja Šljivar per la traduzione di Manuela Orazi e la regia di Paola Rota. In scena Silvia Gallerano, Irene Petris, Simonetta Solder, Sandra ToffolattiSofia Celentani, Sara Mafodda, Martina Massaro, Sylvia Milton, Lara Ceresoli. Il light design è di Cristian Zucaro, il sound design è di Angelo Elle. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, da 369gradi e da PAV nell’ambito di Fabulamundi Playwriting Europe, sarà replicato per la Stagione in abbonamento dello Stabile fino a domenica 26 febbraio 2023.

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LE DONNE PROTAGONISTE DEL DIRITTO ALLA CURA

RETE ONG, in qualità di capo-fila di progetto, è lieta di invitarla all’incontro:

LE DONNE PROTAGONISTE DEL DIRITTO ALLA CURA

– Cooperazione per la prevenzione oncologica in Bosnia Erzegovina 

22 FEBBRAIO 2023 ore 17-19

Circolo dei Lettori, Via Bogino 9, Torino

Nel contesto del progetto di appoggio alla costituzione del programma di screening mammografico nel Cantone di Zenica-Doboj (BiH), la  Regione Piemonte, l’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, la Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, Il Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte (CRPT-CPO), ed il capo-fila del progetto, RETE ONG, presenteranno i risultati di progetto e le prossime prospettive di lavoro secondo il seguente programma:

  • Saluti istituzionali.
  • La Regione Piemonte in Bosnia-Erzegovina
  • Il percorso di cooperazione sanitaria tra i territori
  • L’esperienza dei medici che hanno operato nel quadro del progetto.
  • Interventi e testimonianze in collegamento dalla Bosnia Erzegovina.
  • Discussione e prossime opportunità di collaborazione.

A seguire, aperitivo finale.

In attesa di incontrarla in questa occasione, la preghiamo di confermare la sua presenza tramite mail al seguente indirizzo: reteong@reteong.org

Mutilazioni genitali femminili, prevenzione e contrasto. L’esempio di Torino.

Zetatielle – 6 febbraio 2023 – Monica Col

Le mutilazioni genitali femminili (MGF), sono pratiche di incisione o rimozione totale o parziale dei genitali esterni femminili. Tali azioni, praticate da pochi giorni dopo la nascita fino all’età dell’adolescenza, non rientrano in nessun discorso terapeutico, bensì in una cultura ancestrale che viene tramandata da millenni. Non esiste nessun credo religioso o testo sacro che indichi tale pratica come necessaria. Però, nonostante questo, le MGF si praticano ancora oggi. Si conoscono vari tipi di mutilazioni genitali femminili con diversi livelli di gravità, di cui la più radicale è comunemente chiamata infibulazione.

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Nascite e occupazione possono crescere insieme

inGenere Letizia Mencarini Daniele Vignoli

I dati mostrano che nei paesi europei si fanno più figli dove le donne lavorano di più. Anche in Italia nascite e lavoro possono crescere insieme in presenza di politiche adeguate

Negli anni della crisi, anche in Italia, una delle principali novità è stata il ruolo del lavoro retribuito delle donne, sempre più decisivo sia per le scelte di formare una famiglia e avere dei figli, che per le condizioni economiche delle famiglie stesse. E infatti, ancora di più dell’occupazione femminile, è salito il tasso di attività femminile (cioè la somma delle donne occupate con quelle che cercano lavoro), arrivato a quasi il 60% nel 2017, segnando un netto calo delle inattive. Contemporaneamente però è cresciuta molto la quota di lavori temporanei (quasi il 20% delle donne occupate ha da almeno cinque anni un contratto a termine), che creano incertezza e rinvio rispetto alla scelta di fare figli. Rimane una forte differenza nell’impegno lavorativo tra le donne dai 25 ai 49 anni senza figli (pari ad oltre il 72%) e le madri di uno o più figli sotto i 6 anni (pari al 55%). Le differenze sono minori, ma superano sempre i dieci punti percentuali, per le laureate e le donne che vivono al Nord (dati Istat). 

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Perché in Italia i medici obiettori sono così tanti

Internazionale – L’Essenziale 1 febbraio 2023 – Annalisa Camilli

Stigma, tabù, opportunismo, una bassa remunerazione, concorsi deserti, mancanza di formazione, l’opposizione della politica: perché in molte regioni la legge 194 del 1978, che ha depenalizzato l’aborto, è ancora inattuata

All’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza, in Calabria, i ginecologi sono tutti obiettori di coscienza. Nell’ospedale calabrese l’interruzione di gravidanza è possibile solo due volte alla settimana quando è presente il medico “a gettone” che pratica l’ivg. “A più di sei mesi dalle dimissioni dell’unico ginecologo non obiettore dell’Annunziata, il servizio è ancora carente e procede a singhiozzo”, spiegano le attiviste del collettivo cosentino Fem.In che a dicembre hanno incontrato la direttrice amministrativa dell’ospedale, ottenendo la promessa di stipulare una convenzione per avere altri due medici a contratto e garantire il servizio sul territorio.

Ma “questo a oggi non si è ancora verificato e a svolgere il servizio c’è un solo medico”, scrivono le attiviste sulla loro pagina Facebook. Sul caso ha presentato un’interrogazione parlamentare la deputata Anna Laura Orrico, il 18 gennaio.

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