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Meno 1!!! E allora vi presentiamo la quinta delle cinque narratrici della serata DONNE 20/80+ che interpreterà il tema ANNIVERSARIO.
Quando? il 5 maggio ore 18,30/20
Dove? a FlashBack (sett.C area Talk) – c.so Giovanni Lanza 75 Torino
Silvia Rosa-Brusin, giornalista, è stata responsabile di TGR Leonardo, il primo telegiornale al mondo dedicato alle notizie della scienza, in onda su Raitre dal 1992. Dall’astronomia alla fisica, dalla genetica alle cellule staminali, alle missioni spaziali, ha raccontato tutti gli eventi più importanti e le scoperte degli ultimi trent’anni. Grazie ad una sua idea la Nasa ha portato su Marte le immagini dell’Autoritratto e del Codice sul Volo degli Uccelli di Leonardo Da Vinci, in un chip, inserito nel Rover Curiosity. L’ Unione Astronomica Internazionale ha dato il suo nome ad un asteroide scoperto nel 1986: 7396 Brusin.
Il Fatto Quotidiano – Blog 3 maggio 2023 – Laura Onofri
Sono rimasta incredula dopo le esternazioni di Ambra Angiolini dal palco del Concertone di Roma sul linguaggio e sulla desinenza di tante parole usate per nominare le donne nelle professioni, e come me tante altre amiche femministe. Perché non capire che le discriminazioni e gli stereotipi passano anche dal linguaggio? Perché non capire che i modelli culturali sessisti sono importanti da smantellare per arrivare ad una vera parità e le parole sono strumenti fondamentali per farlo? Perché una battaglia essenziale contro il divario salariale non deve andare di pari passo con quella del corretto linguaggio di genere? Ma possibile che siamo ancora a questo punto?
Vi presentiamo la quarta delle cinque narratrici della serata DONNE 20/80+ che interpreterà il tema ANNIVERSARIO.
Quando? il 5 maggio ore 18,30/20
Dove? a FlashBack (sett.C area Talk) – c.so Giovanni Lanza 75 Torino
Viola Scaglione è direttrice artistica e danzatrice del Balletto Teatro di Torino. Di sé dice: “sono una grande osservatrice e cerco di mantenere vivo e lucido il mio sguardo coltivando e cucendo relazioni, i differenti punti di vista delle persone sono la mia vera forza. Gli occhi sono le mie finestre, i miei fari. La pelle mi da la direzione e la sua temperatura alimenta i miei pensieri e mi regala la percezione del mondo”.
TPE Teatro Astra – Via Rosolino Pilo 6, 10143 Torino
da martedì 9 a domenica 14 maggio 2023
La tecnologia del silenzio è un’operetta rock ispirata alla science fiction e alla filosofia della scienza femminista.
Una piccola favola fantascientifica ambientata in un aeroporto: una hostess, una viaggiatrice e un corso fantasmatico protagonisti del nuovo spettacolo di bluemotion con la regia di Giorgina Pi, con Monica Demuru, Cristina Parku e le musiche dal vivo del Collettivo Angelo Mai (Valerio Vigliar, Cristiano de Fabritiis, Roberto Dell’era e Andrea Pesce).
durata 50 min
orari: mar 9 21:00 | mer 10 19:30 | gio 11 21:00 | ven 12 21:00 | sab 13 19:30 | dom 14 aprile 17:00
spettacolo di Bluemotion drammaturgia Erika Z. Galli, Martina Ruggeri (Industria Indipendente) ideazione e regia Giorgina Pi con Monica Demuru, Cristina Parku, Roberto Dell’Era, Valerio Vigliar, Andrea Pesce, Cristiano De Fabritiis ambiente sonoro di Collettivo Angelo Mai direzione musicale Valerio Vigliar suono Daniele Tortora luci Andrea Gallo costumi Sandra Cardini produzione TPE – Teatro Piemonte Europa
“Il silenzio può essere un piano rigorosamente eseguito/
la planimetria di una vita/ è una presenza/ ha una storia”.
Adrienne Rich
Vi presentiamo la terza delle cinque narratrici della serata DONNE 20/80+ che interpreterà il tema ANNIVERSARIO
Quando? il 5 maggio ore 18,30/20
Dove? a FlashBack (sett.C area Talk) – c.so Giovanni Lanza 75 Torino
Anna Marlena Buscemi, dottoressa in Scienze Gastronomiche, scrive e parla di cibo e dei suoi personaggi; è docente di Cultura Gastronomica, Storia e Geografia della Gastronomia, Turismo Gastronomico; studia ed elabora format e collabora a vari progetti inerenti alla ristorazione. Si occupa di formazione e consulenza per enti pubblici e imprese private. Per MIP – mettersi in proprio segue progetti e idee imprenditoriali in fase di start-up che riguardano il consumo e la somministrazione di cibi e bevande fuori dalle mura domestiche.
Venerdì 5 maggio (e sino al 20 luglio) oltre a partecipare all’incontro organizzato da SeNonOraQuando? Torino (qui potete trovare tutte le informazioni) avrete l’opportunità di visitare, arrivando un pò prima, la bellissima mostra “UNA VITA MIGLIORE” Frammenti di storie per l’infanzia della Provincia di Torino – a cura di FlashBack Habitat che racconta la storia dell’IPI (Istituto Provinciale per l’Infanzia), brefotrofio di Torino attraverso i racconti di alcuni dei protagonisti, bambini ora adulti, e di chi ha lavorato in quella struttura, con documenti e foto dell’epoca.
“La maternità, l’abbandono, il divario sociale e le disuguaglianze che emergono dalle storie delle persone che hanno vissuto l’Istituto (chi lavorando, chi nascendo e crescendo al suo interno) costituiscono lo scheletro di una mostra che si restituisce al pubblico nella sua interità.
Concepita dall’artista Alessandro Bulgini come opera d’arte, l’esposizione e il materiale al suo interno sono a devozione di loro stessi: ora oggetto, ora soggetto.
Attraverso l’intervento artistico e la partecipazione viva si genera una visione nuova, il pre-esistente dà origine al presente.
La mostra raccoglie le esperienze vissute in prima persona dai protagonisti dell’I.P.I. (Istituto Provinciale per l’Infanzia), brefotrofio di Torino. Con le testimonianze e i documenti consegnati da chi c’è stato (bambini ora adulti, tate, dipendenti della struttura) e raccolti negli archivi storici dell’allora Provincia di Torino, Alessandro Bulgini riporta alla luce una, tante storie. L’I.P.I. Inaugurato nel 1958 dal Presidente Gronchi, l’I.P.I. ospitò ogni anno circa trecento bambini e bambine, spesso partoriti in Corso Lanza 75 e poi dati in adozione, generalmente prima dei tre anni.
In esposizione anche i documenti che raccontano la storia degli edifici da fine ottocento in poi, da Villa del banchiere Marsaglia a Clinica Privata, la Sanatrix, fino all’acquisto e alla realizzazione della sede dell’Istituto a partire dal 1952, da parte della Provincia.
Un affresco complesso, umano, sociale e soprattutto artistico, che valorizza le vite di ognuno rendendole opera d’arte, nello spirito e nella poetica di Flashback Habitat.”
Centro Studi Piero Gobetti – Francesca Romana Guarnieri
Il primo maggio resta una festa centrale, che è stata fondamentale in passato non solo per celebrare le lotte operaie e sindacali ma anche per costruire una coscienza di classe e che è, oggi ancora, occasione di confronto e di istanza per i diritti di lavoratori e lavoratrici. In particolare, queste ultime sembrano avere molto di più da rivendicare in un paese che, secondo il Global Gender Gap Report del 2022, si trova al 114º posto sui 146 presi in esame per ciò che concerne la partecipazione delle donne al mondo del lavoro.
Nonostante un quadro di disposizioni (italiane ed euro-unitarie) apparentemente complete ed efficaci, infatti, l’effettiva attuazione ed applicazione del principio di parità di trattamento tra uomini e donne in ambito lavorativo in Italia nella pratica continua ad incontrare una serie di ostacoli che determinano un differenziale di genere – in particolare per quanto attiene alla parità retributiva – che non può essere giustificato, che non deve più essere tollerato e che peraltro è stato accentuato dal periodo di emergenza pandemica.
Inoltre il gender gap è stato altresì incrementato dalla progressiva precarizzazione del lavoro che ha finito per rendere più lento ma anche più necessario quel processo di realizzazione di politiche capaci di contrastare le disuguaglianze di genere nella società (il c.d. gender mainstreaming).
La discriminazione retributiva e i pregiudizi, spesso inconsci, nelle strutture retributive sono tra le cause profonde del divario di genere nel contesto europeo e, segnatamente, in quello italiano.
A tali ragioni si aggiungono poi altri fattori tutti connessi tra loro e derivanti da stereotipi di genere che non sono mai stati realmente superati e che vedono le donne tuttora uniche interpreti (o comunque indiscusse protagoniste) dei compiti di cura ed assistenza nella vita familiare (dagli ultimi dati ISTAT disponibili è emerso che ancora oggi in Italia se si somma lavoro pagato e non pagato ogni giorno le donne lavorano mediamente un’ora in più rispetto agli uomini). Solo attraverso la redistribuzione del lavoro di cura e del lavoro domestico all’interno dei nuclei familiari nonché attraverso una nuova concezione dei ruoli tradizionalmente assegnati agli uomini e alle donne all’interno della società e della famiglia si tutelano le lavoratrici dalle forme di ricatto e di discriminazione in ambito lavorativo. Residua poi in Italia un differenziale di genere apparentemente privo di spiegazione che deve essere affrontato.
È interessante notare che nel sistema italiano normalmente la discriminazione retributiva non ha ad oggetto i minimi tabellari (che sono dovuti in applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro concretamente applicato da parte del datore di lavoro nei confronti dei propri dipendenti o comunque richiamato nel contratto di assunzione e che è, in ogni caso, il parametro di applicazione dell’art. 36Cost. che stabilisce che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”) ma riguarda invece tutti i bonus, le indennità e gli altri elementi retributivi che rendono più difficile non solo la dimostrazione ma anche la stessa comprensione della violazione del diritto alla parità salariale da parte di chi ne è vittima.
Inoltre, nonostante la dirompenza del fenomeno della disparità di trattamento in materia salariale e quantunque vi sia un quadro normativo euro-unitario e nazionale già molto sviluppato in questo ambito, il contenzioso giudiziario su questo tema è davvero molto ridotto; se un diritto non viene azionato in modo sistematico è come se esso di fatto non fosse riconosciuto dall’ordinamento: c’è dunque un problema su cui è necessario intervenire.
Tre sono, ad avviso di chi scrive, i provvedimenti legislativi assolutamente imprescindibili e improcrastinabili in materia di promozione della cultura paritaria in ambito lavorativo e necessari a garantire l’attuazione del diritto fondamentale alla parità retributiva, misure senza le quali il principio di parità di trattamento rimarrà sempre incompiuto.
In primo luogo è opportuno intervenire, con misure stringenti e comunque vincolanti, sulla trasparenza nei sistemi retributivi: le lavoratrici non dispongono dei dati disgregati per genere delle aziende nonché dei dati relativi ai livelli salariali delle categorie di donne e uomini che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore. Una maggiore trasparenza permetterebbe, infatti, di far emergere i pregiudizi e i trattamenti meno favorevoli nelle strutture salariali delle imprese e quindi di riconoscere le discriminazioni che altrimenti le lavoratrici non sono nemmeno in grado di percepire. Il secondo intervento indifferibile riguarda l’estensione del congedo di paternità obbligatorio per un lasso temporale pari rispetto a quello di maternità: ciò consentirebbe di porre i lavoratori padri o potenziali padri sul medesimo piano di vulnerabilità, di fronte al datore di lavoro, delle loro colleghe e, quindi, di annullare le circostanze che rendono le donne oggetto di discriminazioni in ragione della maternità affinché questa non sia più un enorme ostacolo per la realizzazione delle loro aspirazioni professionali. Infine, il legislatore non potrà non intensificare gli strumenti di contrasto all’abbandono del lavoro da parte delle donne in particolare nei primi anni di vita del figlio e nei periodi di congedo, affrontando così una tematica di grande importanza con un consistente incremento dei servizi per l’infanzia (e analoghe considerazioni valgono per il welfare legato alla disabilità e alla terza età). Tutto ciò è tanto più importante se si pensa che il tasso di occupazione femminile ha peraltro anche una correlazione con il tasso di fecondità, tema che parrebbe essere al centro dell’agenda politica di un paese in forte calo demografico.
Alla luce di queste osservazioni si auspica che la festa dei lavoratori sia quest’anno davvero un’occasione di riflessione sulle conseguenze economiche della discriminazione e della segregazione di genere nonché sull’importanza dell’effettività rispetto all’applicazione dei divieti di discriminazione e del principio di parità di trattamento tra lavoratori e lavoratrici.
CENTRO STUDI PIERO GOBETTI
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Vi presentiamo la seconda delle cinque narratrici della serata DONNE 20/80+ che interpreterà il tema ANNIVERSARIO
Quando? il 5 maggio ore 18,30/20
Dove? a FlashBack (sett.C area Talk) – c.so Giovanni Lanza 75 Torino
Domitilla Pirro, giornalista pubblicista, crede che le parole portino fortuna. E’ direttrice creativa di Fronte del Borgo alla Scuola Holden di Torino e conduce l’ Osservatorio sulla Gender Equality per under 18. Con “Sote’” ha vinto la quinta edizione del concorso 8×8; suoi racconti sono usciti su la Repubblica, Linus, Playboy, minima&moralia, abbiamoleprove.com. È una delle creatrici di Merende Selvagge, progetto didattico-narrativo per umani di varie dimensioni. Il suo primo romanzo, “Chilografia”, è stato finalista al premio Libro Dell’Anno 2019 di Fahrenheit – Radio 3 Rai. Il secondo romanzo, “Nati Nuovi”, è uscito nel 2021
Vi presentiamo la prima delle cinque narratrici della serata DONNE 20/80+ che interpreterà il tema ANNIVERSARIO
Quando? il 5 maggio ore 18,30/20
Dove? a FlashBack (sett.C area Talk) – c.so Giovanni Lanza 75 Torino
Mariachiara Cataldo è la presidente di Break The Silence Italia, associazione che combatte la violenza di genere. Si è laureata con lode in Economia, organizzazione e management e diplomata al POLIMI Graduate School of Management in educazione finanziaria – Road to social change: collaborazioni tra profit e no profit. Collabora con Fondazione Libellula per il tema Diversity e inclusion nelle aziende. Nel 2022 è stata riconosciuta come “creatrice di cambiamenti sociali” dalla organizzazione Ashoka e dalla Agenzia Nazionale Giovani. Ora studia Marketing e Retail alla 24Ore Business School.