Aborto, il rischio di tornare indietro è reale: un pericolo che si corre in Italia ma anche fuori

Il Fatto Quotidiano Blog 19 febbraio 2023 – Laura Onofri

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L’aborto in Italia, e in molti altri Paesi, non è un diritto, o meglio è un diritto – e lo afferma anche l’attuale ministra per le Pari opportunità, che a chi le chiede se è un diritto, risponde: “sì, purtroppo ” – ma che, sempre più spesso, trova difficoltà e ostacoli che lo rendono non pienamente esigibile.

Partendo da questo presupposto Simona De Ciero ha sentito l’urgenza, dovuta al momento che stiamo attraversando, di scrivere il libro Il diritto di scegliere. Sull’aborto. Storie e riflessioni oltre la retorica, ed. La Corte. Un libro che riesce a fondere con equilibrio e armonia dati, informazioni, riferimenti storici dettagliati e puntuali, testimonianze di chi opera in quel settore e storie vere, storie vissute da donne che raccontano i problemi, le sofferenze, i percorsi che hanno dovuto affrontare per esercitare un diritto: il diritto di scegliere e di decidere quando e come interrompere o proseguire una gravidanza.

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Perché in Italia i medici obiettori sono così tanti

Internazionale – L’Essenziale 1 febbraio 2023 – Annalisa Camilli

Stigma, tabù, opportunismo, una bassa remunerazione, concorsi deserti, mancanza di formazione, l’opposizione della politica: perché in molte regioni la legge 194 del 1978, che ha depenalizzato l’aborto, è ancora inattuata

All’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza, in Calabria, i ginecologi sono tutti obiettori di coscienza. Nell’ospedale calabrese l’interruzione di gravidanza è possibile solo due volte alla settimana quando è presente il medico “a gettone” che pratica l’ivg. “A più di sei mesi dalle dimissioni dell’unico ginecologo non obiettore dell’Annunziata, il servizio è ancora carente e procede a singhiozzo”, spiegano le attiviste del collettivo cosentino Fem.In che a dicembre hanno incontrato la direttrice amministrativa dell’ospedale, ottenendo la promessa di stipulare una convenzione per avere altri due medici a contratto e garantire il servizio sul territorio.

Ma “questo a oggi non si è ancora verificato e a svolgere il servizio c’è un solo medico”, scrivono le attiviste sulla loro pagina Facebook. Sul caso ha presentato un’interrogazione parlamentare la deputata Anna Laura Orrico, il 18 gennaio.

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Il diritto di scegliere. Simona De Ciero

Quanto è lunga ancora la strada perché le donne siano davvero libere di scegliere? Il 24 giugno 2022, con la sentenza Dobbs v. Jackson, la Corte Suprema Americana assegna ai singoli Stati il diritto di normare l’aborto volontario fino a vietarlo del tutto, portando al centro del dibattito mondiale un…

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L’attacco all’aborto e le risposte dal basso

Jacobin Italia 2 novembre 2022 – Olimpia Capitano

La destra al governo minaccia la salute sessuale e riproduttiva. Esistono però movimenti che si organizzano per rispondere a una diffusa domanda sociale

Il rapporto tra diritto, natalità, interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), salute sessuale e riproduttiva sta emergendo come terreno privilegiato del conflitto politico attuale – si pensi alle posizioni di Giorgia Meloni sull’obiezione di coscienza o alla proposta di legge di Forza Italia per conferire capacità giuridica al feto sin dal concepimento.

 

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Continua la lotta per l’accesso all’aborto in Italia

Politico 2 ottobre 2022 – Giulia Blasi Giulia Blasi è una scrittrice e attivista con sede a Roma, autrice del primer femminista “Manuale per ragazze rivoluzionarie” (Rizzoli, 2018) e “Rivoluzione Z” (Rizzoli, 2020), e “Brutta” (Rizzoli, 2022) . ROMA – Interrogata sulle sue posizioni in materia di diritto all’aborto, la leader di…

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La polizia polacca ripeterà la repressione delle proteste contro l’aborto due anni dopo?

OpenDemocracy 21 ottobre 2022 – Letta Taylor

PARERE: L’UE dovrebbe insistere affinché la Polonia sostenga il diritto all’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva

Sono passati due anni da quando centinaia di migliaia di persone, per lo più donne, si sono unite alle proteste in Polonia contro il divieto quasi totale dell’aborto legale. La polizia ha usato la violenza per disperdere le manifestazioni e ha arrestato migliaia di manifestanti.

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La disonestà di Eugenia Roccella

Il Post – lunedì 24 ottobre 2022 – Giulia Siviero

Eugenia Roccella, nuova ministra della famiglia, della natalità e delle pari opportunità, è intervenuta su La Stampa di oggi per replicare a un precedente articolo di Loredana Lipperini in cui la giornalista e scrittrice la invitava ad essere «onesta» sul tema dell’aborto.

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Legge 194, tra diritto all’aborto e difficoltà di accesso

Policy and Procurement in HealthCare7 ottobre 2022 – Carmine Iorio

Non solo l’obiezione di coscienza, da parte del personale sanitario, ma anche l’obiezione di struttura non garantiscono il libero accesso all’IVG, ad oggi, in Italia. I dati prodotti dal Ministero sono obsoleti e fotografano una situazione diversa dall’attuale. Inoltre, gli stessi, risultano difficilmente utilizzabili perché in formato pdf e per nulla accurati. Ne abbiamo parlato con la professoressa Chiara Lalli e con la dottoressa Marina Toschi.

In Italia cosa stabilisce la Legge 194

L’obiettivo principale della Legge 194/78 è garantire la tutela sociale della maternità e la prevenzione dell’aborto attraverso la rete dei consultori familiari.

L’articolo 1 stabilisce che «lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio».

È prevista l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), entro i primi 90 giorni di gestazione, per motivi di salute, economici, sociali o familiari, dopo aver esaminato le possibili soluzioni dei problemi presentati e dopo aver offerto aiuto alla rimozione delle cause che porterebbero all’interruzione della gravidanza.

Vengono stabilite due tecniche per effettuare l’IVG: quella farmacologica e quella chirurgica.

Il metodo farmacologico è una procedura medica che prevede la somministrazione di due diversi principi attivi a distanza di 48 ore l’uno dall’altro; il primo è il mifepristone, conosciuto come RU486, e il secondo è una prostaglandina. Nell’agosto del 2020 il Ministero della Salute ha aggiornato le Linee di indirizzo sull’IVG con metodo farmacologico stabilendo che tale procedura può essere effettuata esclusivamente presso strutture ambulatoriali pubbliche adeguatamente attrezzate e funzionalmente collegate all’ospedale e autorizzate dalla Regione, nonché in consultori oppure day hospital.

Il metodo chirurgico, in anestesia generale o locale, viene effettuato in strutture sanitarie pubbliche o private convenzionate e autorizzate dalla Regione.

La Legge 194, nell’articolo 9, si occupa in modo specifico dell’obiezione di coscienza da parte del personale sanitario, e stabilisce che non possa essere invocata quando il proprio intervento «è indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo» e anche che «l’obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l’interruzione della gravidanza, e non dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento».

Legge 194 e aborto: i dati

Il 30 luglio 2021 è stata trasmessa al Parlamento la “Relazione del Ministro della Salute sulla attuazione della Legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (Legge 194/78)”.

Tale relazione cercava di fotografare la situazione di più di 2 anni fa; quindi, i numeri potrebbero non corrispondere alla realtà odierna. In più tali dati non sono accurati nel dettaglio e poco utilizzabili in quanto in formato pdf e non corrispondenti completamente ai numeri dell’Istituto Nazionale di Statistica.

Secondo i dati della Relazione, l’Italia è tra i Paesi con i più bassi tassi di abortività al mondo: 5,4 interruzione ogni mille donne tra i 15 e i 49 anni.

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Fondo vita nascente della Regione Piemonte in discussione e votazione in IV commissione

COMUNICATO STAMPA della Rete + di 194 voci

La Regione Piemonte continua la sua crociata contro diritti civili e sociali: non è vero che situtelano i nascituri e le famiglie con la mancetta patriarcale erogata con il finanziamentopubblico (460mila euro) del fondo vita nascente!

La Rete +di194voci denuncia nuovamente il finto buonismo patriarcale che soggiace ai diversiprovvedimenti che la Regione Piemonte sta portando avanti rispetto ai diritti, autodeterminazione e corpidelle donne, delle soggettività lgbtqia+ e rispetto alle famiglie e alla genitorialità.Oggi la delibera di Giunta del fondo vita nascente è stata portata in discussione e votata nella IVcommissione regionale.

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