Il Sole 24 ore – 9 novembre 2021 Marco Ludovico
La riforma del cognome non è un fatto burocratico. Sono in gioco la tutela dell’identità personale e l’attuazione del principio della pari dignità e dell’uguaglianza tra i sessi. Neanche cinque anni, però, sono bastati a Governo e Parlamento per dare seguito non a un impulso improvviso dettato dalla moda del momento, ma alla sentenza storica della Corte Costituzionale dell’8 novembre 2016. Quando la Consulta dichiarò illegittima l’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio.