inGenere Letizia Mencarini Daniele Vignoli
I dati mostrano che nei paesi europei si fanno più figli dove le donne lavorano di più. Anche in Italia nascite e lavoro possono crescere insieme in presenza di politiche adeguate
Negli anni della crisi, anche in Italia, una delle principali novità è stata il ruolo del lavoro retribuito delle donne, sempre più decisivo sia per le scelte di formare una famiglia e avere dei figli, che per le condizioni economiche delle famiglie stesse. E infatti, ancora di più dell’occupazione femminile, è salito il tasso di attività femminile (cioè la somma delle donne occupate con quelle che cercano lavoro), arrivato a quasi il 60% nel 2017, segnando un netto calo delle inattive. Contemporaneamente però è cresciuta molto la quota di lavori temporanei (quasi il 20% delle donne occupate ha da almeno cinque anni un contratto a termine), che creano incertezza e rinvio rispetto alla scelta di fare figli. Rimane una forte differenza nell’impegno lavorativo tra le donne dai 25 ai 49 anni senza figli (pari ad oltre il 72%) e le madri di uno o più figli sotto i 6 anni (pari al 55%). Le differenze sono minori, ma superano sempre i dieci punti percentuali, per le laureate e le donne che vivono al Nord (dati Istat).